Acero opalo

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Acer gr. opalus L.

Caratteri e distribuzione: è un tipico acero a foglia palmata, che si confonde a prima vista con l’acero montano (Acer pseudoplatanus), ma in realtà la foglia è differente perché i lobi sono molto corti e la parte indivisa molto grande   , come se in una mano il palmo fosse molto grande e le dita cortissime e tozze. In Lombardia è rarissimo: in bergamasca se ne conoscono due sole stazioni, una delle quali proprio nel territorio di Sovere (località Possimo - Corna Lunga, ), l’altra in Valle del Freddo. Secondo alcuni studiosi l’acero opalo comprende tre sottospecie (ssp. opulifolium, ssp. obtusatum, ssp. neapolitanum), secondo altri sono specie vere e proprie. In ogni caso esse sono vicarianti, cioè, dove vive una mancano le altre entità di questa stessa tripletta; in Lombardia è presente solo Acer opulifolium.

 

Fossili e storia a Pianico-Sèllere: è affascinante trovare delle foglie fossili di 800 mila anni fa   che appartengono ad un gruppo di alberi oggi vivente nel medesimo territorio, sia pur in pochi esemplari, ma è ancora più intrigante il fatto che queste popolazioni viventi dei monti di Sovere (Acer opulifolium) non possono essere sopravvissute sul posto durante le culminazioni glaciali. Non si tratta, cioè, di relitti (così i biogeografi indicano i nuclei residui di antiche popolazioni più estese), bensì sono popolazioni reimmigrate dopo la fine dell’ultima glaciazione. Infatti uno studio sul polline fossile svolto a Cerete ha dimostrato che il polline degli aceri appare 11 mila anni fa in Val Borlezza, con il miglioramento del clima alla fine dell’ultima glaciazione. Da dove provengono allora questi alberi ? Dove hanno passato le glaciazioni più recenti ? Nessuno lo sa. Innanzitutto occorre capire se anche le foglie fossili appartengono ad Acer opulifolium: lo studio è in corso.

 

Bibliografia: De Carli et al., 1999; Grimm et al., 2007; Ravazzi et al., 2012.

Testi a cura di: 
Glauco Patera e Cesare Ravazzi