Rododendro pontico

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Rhododendron ponticum L. var. sebinense (Sordelli) Sordelli

Caratteri e distribuzione: è un grosso arbusto che forma boscaglie alte 2-7 m nel sottobosco di foreste ombrose a clima temperato, costantemente umido . Non sopporta un periodo asciutto estivo, e per questa ragione manca in tutta la regione mediterranea non atlantica. Infatti la sua distribuzione attuale comprende una zona principale tra l’Eusinia e la Colchide (Turchia settentrionale e Georgia) dove l’estate è umida, e piccole stazioni tra lo stretto di Gibilterra e il Portogallo, qui relegate lungo gole e fiumi, perché l’estate è piuttosto asciutta (mediterraneo-atlantica). Si pianta nei giardini per le sue foglie  eleganti e lucide, che restano tali anche nel fossile  e i suoi grandi fiori fucsia . I frutti sono capsule che si aprono come la buccia di una banana, e così furono trovate fossili da Sordelli e da noi stessi   .

Fossili e storia a Pianico-Sèllere: Nel Pleistocene Inferiore e Medio era presente in tutte le Alpi, perciò si ritiene che si sia estinto dopo le prime glaciazioni. Visto il suo habitat attuale è ragionevole pensare che i fossili si trovino nella fase più calda della deposizione del Lago di Pianico-Sèllere, cioè nell’Interglaciale di Pianico. In effetti le foglie sono comuni nella prima metà dell’interglaciale, dove si trova anche il polline. Ciò indica che il clima era umido d’estate, quindi mancava una stagione secca mediterranea. Non sappiamo molto degli avvenimenti successivi alla fine dell’interglaciale, però il rododendro sembra mancare completamente nell’ambiente del cervo acoronato fossile, che visse nel secondo interstadio, circa 15 mila anni più tardi.

 

Bibliografia: Sordelli, 1896; Rossi, 2004; Denk, 2006; Majias et al. 2007; AA.VV., 2011.

Testi a cura di: 
Federica Badino e Cesare Ravazzi