Il “libro” di Pianico-Sèllere è troncato dall’azione del ghiacciaio, che ne ha strappato le ultime pagine (Fig. 98b) e lo ha ricoperto di sedimenti glaciali (Fig. 73, vedi ~ in colonnina calendario). Inoltre il ghiacciaio ha deformato alcune pagine del libro, piegando i sedimenti limoso-argillosi (Fig. 2). Anche i carbonati farinosi del BVC sono deformati, ma essi sono più fragili, sicchè la pressione del ghiacciaio ha rotto e fatto scorrere blocchi di sedimento lungo superfici oblique. Questa deformazione prende il nome di sovrascorrimento. Il ghiacciaio premeva i blocchi di sedimento carbonatico lateralmente da Est verso Ovest, perciò i sedimenti argillosi presentano pieghe rivolte sempre verso Est (Fig. 98)19. Il fenomeno della deformazione dei materiali non litificati alla base del ghiacciaio è molto comune, sia nelle regioni interessate dalle grandi calotte polari che dai ghiacciai alpini (glaciotettonica). I ghiacciai possono addirittura rimescolare e con- solidare pezzi di deposito di diversa origine, come se le pagine strappate dall’archivio venissero ridotte in frammenti e i pezzi ricompositi e induriti nella cartapesta. Può essere un rompicapo capire come ciò sia avvenuto. Se volete cimentarvi, potete recarvi alla “Sezione della discordia” (Fig. 71). Il ghiacciaio inoltre aveva nuovamente sbarrato la Val Borlezza formando un nuovo lago. Per distinguerlo dal Lago di Pianico-Sèllere lo chiameremo Lago di San Rocco, perché i suoi depositi si vedono tra Sèllere e Pianico, nella zona della chiesetta (Figg. 72 e 75). La fronte e la base del ghiacciaio scaricavano detriti nel lago formando un delta di contatto glaciale (Fig. 71). Questo delta ha tratto in inganno diversi geologi, che lo hanno erroneamente collegato al Lago di Pianico-Sèllere, anziché al Lago di San Rocco. In realtà i depositi di questo lago sono poco deformati, in quanto deposti dopo l’avanzata glaciale che deformò il Lago di Pianico-Sèllere (Fig. 98b). Mentre il ghiacciaio stazionava nella zona di Lovere, nel Lago di San Rocco si deposero oltre 50 metri di limi argillosi, un altro archivio (libro) enorme (Fig. 75). Finora nessuno ne ha approfondito lo studio, quindi non ne conosciamo né l’età, né la durata in millenni, né cosa contiene, né quale fu la sua storia.