Verso climi temperato freddi

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Nella parte alta delle pareti affioranti lungo il Torrente Borlezza tra Canneto e Sovere si vedono prevalere i colori grigio-scuri, a differenza di quelli bianco-giallognoli del Banco Varvato Carbonatico (Fig. 62). Si nota anche una curiosa alternanza di pacchi scuri e chiari, che si ripete tre volte, come in un wafer. Gli intervalli scuri rappresentano fasi di accumulo di materiali detritici sabbiosi, trasportati nel lago dai fiumi e dalle frane, che contengono polline di pino e abete rosso di clima temperato freddo; negli intervalli chiari prevale il carbonato di calcio farinoso bianco, prodotto dalle alghe, con polline di latifoglie (vedi Cap. 6.5 e Fig. 53). Anche qui la sedimentazione era controllata dal clima: le tre fasce scure in Fig. 61 sono fasi temperato fredde; le tre fasce chiare sono fasi più miti, anche se più fresche rispetto all’interglaciale. Ciascuna di queste fasi durò tra 1 e 3 millenni. Queste alternanze di fasi millenarie alternativamente calde e fredde sono state trovate in tutto il Pianeta, di solito dopo la fine degli interglaciali: esse prendono il nome di cicli stadiali-interstadiali. Oramai la nuova glaciazione stava iniziando, e già foreste di pini e abeti rossi (Fig. 68), simili a quelle che oggi occupano parte della Siberia, avevano occupato le montagne intorno al lago nelle fasi fredde stadiali. Imponenti frane sradicavano e sbrandellavano tronchi e pigne di queste conifere e li trascinavano sul fondo del lago. Ciò avvenne tra 775 e 758 mila anni fa circa.